04/13/2017

Gli opinionisti come il sig Vissani o come il sig. Cecchi Paone, che un giorno sì e un altro pure attaccano il veganesimo in televisione senza conoscerne i vantaggi, sono comunque degni del rispetto di coloro che la pensano diversamente sul consumo dei prodotti animali e derivati. La signoria che l’uomo esercita sugli animali di cui si ciba, si potrebbe limitare solo nei casi di maltrattamenti o di metodiche dolorose adottate per sopprimerli o per i test di laboratorio dove pare indimostrata l’utilità di tali esperimenti ai fini del benessere umano, raggiungibile sicuramente per altre vie meno cruente per le innocenti bestiole. Senza scomodare la nostra religione che non mi pare contraria all’alimento carneo che , se preparato con la maestria di Vissani, o più semplicemente delle nostre nonne, può risultare eccellente e degno di apparire sulle vostre tavole. Parimenti, nessuno ha il diritto di sproloquiare sul veganesimo che, in quanto privazione di tanti alimenti gustosi e appaganti, viene adottato da molte persone che hanno più rispetto della loro salute che dell’erroneo messaggio delle papille gustative. Ci spiace per coloro che non hanno ancora compreso i pericoli reali insiti nella dieta carnea-ovo-latteo-casearia che li portano nella gran parte dei casi all’obesità, alle malattie cardiovascolari, alle malattie degenerative che una medicina d’eccellenza manterrà sempre più virulente con trattamenti che un’industria farmacologica saprà produrre unicamente per il businnes che ne consegue. Come tanti, ho goduto per quasi cinquant’anni della prelibata cucina di mia madre, di mia suocera e di mia moglie, almeno sin tanto che anch’essa, non ha abbandonato i prodotti animali “obtorto collo” se ha voluto vincere la sua battaglia contro processi artrosici della colonna che l’hanno torturata per decenni. La cucina tradizionale propugnata dai pervicaci opinionisti contrari al vegeto-veganesimo mi ha trasformarmato dal ventenne di 60kg, nel porcellino di 113 kg, raggiunti verso i quarant’anni e che mi hanno regalato una serie di patologie degenerative riportate nei miei saggi, tra le quali, per non farmi mancare nulla, un pervicace trentennale diabete, silenziato con un deciso cambio dei miei stili non solo alimentari, ma soprattutto con una dieta spartana e vegana. Spiace notare che il medico di famiglia, primo baluardo contro le patologie, non prende le distanze da un’alimentazione gustosa, ma grassa, iper-proteica, ipercalorica e pericolosa perchè intossicante e che porta lentamente ma inevitabilmente alla degenerazione dei tessuti e spesso sulla sedia a rotelle, sempre accompagnati dal prezioso ausilio della farmacologia di sintesi chimica, cui seguirà ineluttabile una chirurgia d’eccellenza che ci invierà con un paio di by pass, senza un rene, o privati di qualche metro d’intestino, in una leggiadra casa di riposo, dove se disturbiamo, perchè inebetiti e bisognosi di tutto, capaci mani caritatevoli, sapranno come farci raggiungere “l’al di là”anticipando sui tempi il Creatore. Rispetto gli animalisti per il loro impegno, ma rispetto anche chi, senza maltrattare gli animali, se ne ciba evitando loro maltrattamenti e dolore, ma ancora di più rispetto l’uomo e i suoi errori, pure auspicando una nuova cultura dietetica che privilegi i vegetali senza veleni e che tenga conto che la cattiva e difficile digestione provocata dai prodotti di derivazione animale e non solo, causa quei guasti che si affannamo a “trattare” con sostanze chimiche che sono peggiori dei mali che vorrebbero affrontare e che con gli effetti indesiderati palesi e nascosti, tra i quali l’interazione chimica, riempiono ambulatori e ospedali, (ma sempre di eccellenza) con costi che non è etico sostenere.