07/13/2017

Giorgio ha 77 anni e per trenta è stato diabetico di tipo 2. Nel 2003, una retinopatia ha ridotto la sua capacità visiva, senza impedirgli di svolgere il suo lavoro di agente di commercio, con la sua automobile, senza problemi, né di giorno, né di notte, se si eccettua un leggero abbassamento visivo all’occhio destro che il centro antidiabetico, cui si era rivolto, vorrà operare con il laser sei mesi dopo. Non è chiaro, se a causa delle sostanze chimiche immesse nei suoi occhi alle quali risulterà allergico o per l’intervento con il laser effettuato senza preventivi esami, ma dal giorno dell’intervento, ha subito l’accecamento dell’occhio destro operato e un abbassamento visivo al sinistro, fatto per cui, da allora, è invalido al 100% Da quel giorno è divenuto ipo-vedente con un residuo di un ventesimo all’occhio sinistro, fatto che lo obbligherà a lasciare una soddisfacente vita di relazione e il suo redditizio lavoro e che obbligherà sua moglie ad accudirlo come fosse un bambino. Giorgio cercherà di ottenere un’ammissione di responsabilità dall’ospedaleche sarà sempre negata e dopo alcuni anni di sacrifici e di ricerche, troverà, fuori dal Veneto, un avvocato ed un medico legale che proveranno ad ottenere giustizia per il tardivo e poco opportuno intervento che lo ha letteralmente rovinato, fisicamente, moralmente ed economicamnte. Se ciò non bastasse, il perito del tribunale, poco fortunato nell’aspetto,con evidente ostilità verso un vegano, pieno di salute e dal peso forma invidiabile, non permetterà spiegazioni e con tale atteggiamento, redigerà una perizia anomala, incompleta e falsata da considerazioni lesive che invierà al giudice, il quale, senza alcuna critica sulle evidenti incongruenze della relazione, sposerà in toto l’opinione del perito, evidentemente ostile a Giorgio, in quanto cultore delle terapie naturali, con le quali riuscirà a fermare tutte le conseguenze del diabete che oramai facevano capolino con tutta la loro invasiva pericolosità. Oltre a non aver tenuto conto della mancanza del consenso informato e della contemporaneità tra l’intervento e la cecità provocata, il giudice ha creduto bene di ridurre stranamente il numero dei capitoli presentati dalla difesa e dei testimoni favorevoli a Giorgio che avrebbero potuto facilmente provare il subitaneo accecamento. Nonostante ciò che ha subito, nutre sempre fiducia nella magistratura che in appello farà sicuramente giustizia di terapie inappropriate perché dannose e di una sentenza ingiusta con cui in molti casi simili si coprono le malefatte di taluno che causa con faciloneria dei danni gravissimi, senza mai pagare perché impunibile. Giorgio, che non può attraversare la strada senza aiuto, percepisce per la sua invalidità 200 euro mensili….ma ha proposto appello con fiducia.