03/28/2018

La morte di Fabrizio Frizzi La morte di un uomo giovane e buono, padre di una bimba che crescerà senza la sua presenza fisica amorevole e gioiosa, ha gettato nel lutto una nazione intera consapevole di non godere in futuro della sua bonomia della sua serietà giocosa, e della sua professionalità misurata. E’ un lutto sincero, sentito nel cuore da milioni di Italiani che lo hanno conosciuto, apprzzato, amato. Purtroppo, abbiamo una ragione in più per dolerci della sua scomparsa prematura che costituisce sempre una sconfitta per la medicina. Chi da decenni si interessa di salute, non puù restare indifferente quando la disgrazia investe una persona ancora giovane, come Fabrizio, che lascia sole una moglie e la sua bambina e al sincero dispiacere, segue immancabilmente lo sbigottimento per una morte che a 60 anni non è ineluttabile perchè prevenibile e prevedibile grazie alla sintomatologia evidenziata dall’ischemia che lo aveva colpito nell’Ottobre del 2017. Quello è stato un gravissimo episodio affrontato con le metodiche farmacologiche usuali che non hanno mai la capacità e il potere di eliminare le cause primarie che hanno provocato la successiva emorragia. La medicina ci spiega da decenni che un vaso sanguigno, si intasa con un embolo o con un trombo ad opera di sostanze chimihe che si aggrappano all’interno dei vasi, ostruendoli in un crescendo prevedibile, misurabile, evitabile. Gli stessi vasi, dopo decenni di malattia che provoca il loro ispessimento e la mancanza di elasticità, si rompono con facilità, dovuta anche da fenomeni di alterazione pressoria provocando l’emorragia a volte letale. In questa grave situazione, la medicina ufficiale, oppone i suoi trattamenti farmacologici e le sue fantasiose tecniche di allargamento del lume(palloncino) di by-pass, di sostituzioni dei vasi, ecc.. che se dal lato tecnico paiono soluzioni ingegnose e momentaneamente efficaci, dal versante della prevenzione vera e primaria, mostrano i loro limiti e tutta la pericolosità di tali interventi testimoniati dalla elevatissima percentuale di ictus, ischemie, rotture e morte riservata ai pazienti cardiovascolari che quando va bene ottengono un illusorio prolungamento della loro vita. Sono questi epiloghi tragici che inducono i fautori di una medicina naturale a protestare contro questi trattamenti(non cure). La ricerca scientifica pga dei risultati illusori forniti dalla farmacologia, non ricerca le cause primarie delle patologie e quindi non conosce le terapie appropriate della naturopatia che costituiscono l’unica possibilità per prevenire le infiammazioni dei tessuti e la degenerazione di interi organi e/o apparati. Se Fabrizio avesse potuto conoscere le terapie dolci (naturopatiche), praticate da quasi un secolo da medici che devono lavorare sotterraneamente per l’ostracismo della medicina ufficiale e che insieme ad un deciso cambio dei suoi stili di vita, lo avrebbero sicuramente messo al riparo dalle conseguenzee nefaste, potremmo ancora godere del suo sorriso per altri lunghi decenni. Ma le cure dolci hanno il difetto di essere semplici, efficaci, di costare poco e di non muovere le cifre da capogiro (130 mld senza indotto) della medicina ufficiale che sulla malattia, trova il suo humus e dove milioni di operatori sanitari sbarcano il lunario. La medicina ufficiale non avrà mai il coraggio di aprire un serio dibattito tra scienziati, perchè conosce l’esito dirompente per l’intero comparto che dovrebbe ammettere di aver sbagliato per decenni ad affidarsi ad una farmacologia sintomatica che non cura, non guarisce e dove la sua veneficità è da decenni più che un sospetto. La scusante di sempre è la mancanza di scientificità della medicina naturale, ma se la ricerca è in mano di chi con la farmacologia ci vive e prospera, sarebbe come pretendere che l’oste dicesse la verità sulla veneficità del suo vino… E’ un problema politico ancor prima che giuridico, perchè i protocolli medici che sono la bibbia che il medico deve osservare obbligatoriamente, voluti e protetti da leggi erronee, emanate da da parlamenti dove nelle commissioni i medici, gli avvocati e le lobby affaristiche sono in maggioranza, sono intoccabili. Se in questi centri del potere, regna sovrana la volontà di non interfenire sullo status quo della medicina che oltre al resto non prevede la libertà di cura, bloccano sul nascere ogni voce contraria alla farmacologia ed alle terapie invasive che la pubblica opinione accetta supinamente senza rendersi cono dei pericoli insiti in questo approccio curativo, potremo solo sperare che un movimento d’opinione in costante aumento, provochi la fine dell’approccio sintomatico che distrugge la salute e vita di intere società. Chi perde un proprio caro, deve porsi alcune domande per non consentire che un simile sistema, continui a produrre malattia e morte anzitempo: -Che prevenzione hanno adottato dopo l’ischemia di Fabrizio? -Hanno eliminato le cause dell’ischemia che dopo poco ha prodotto l’emorragia? -Se le malattie cardiovascolari uccidono l’80% dei malati, perchè non si adottano con più umiltà terapie diverse, propugnate da scienziati e medici cosiddetti alternativi? -A chi giova seguitare con i trattamenti farmacologici e successive immancabili terapie, costose, onerose e dolorose? Oramai in molti, tra gli scienziati e gli studiosi mondiali, non concordano con i trattamenti chimici nei quali vedono una delle principali cause di infiammazione dei tessuti che dopo alcuni anni possono portare alla degenerazione dei tessuti medesimi come è capitato a Fabrizio e come capita ai milioni di malati che muoiono di malattie cardiovascolari, anche dopo lunghe degenze nel silenzio più assordante della medicina che prosegue imperterrita con i suoi inefficaci trattamenti per fini di cui ho abbondantemente trattato nei miei due saggi- La vera prevenzione- e -Vincere il diabete…si può-(se interessati vedere il mio sito www.giorgiochiodi.it). Se come affermo da anni, le sostanze chimiche,(medicinali compresi) i cibi malsani, le calorie eccessive, le combinazioni sbagliate, la mancanza di movimento ecc…ecc…sono concause sicure di avvelenamento del sangue e conseguente produzione di degenerazione tessutale,(fatti e non opinioni, ribadite da alcuni decenni da migliaia di medici, scienziati, studiosi di naturopatia) non vi sembra che sia il caso di modificare i trattamenti invasivi e intossicanti? Se non per eticità o per senso di civismo, almeno per er un elementare criterio prudenziale, di amore per il nostro prossimo, di doverosa curiosità del medico, di necessità per la ricerca seria di venire a capo di patologie che tengono il paziente malato per decenni, salvo affidarlo, se ancora in tempo, alla chirurgia demolitrice che lo restituisce senza qualche organo, in condizioni inaccettabili, pronto per la sedia a rotelle o per una lungodegenza, o peggio, all’inabilità motoria e mentale. Questo solo per non aver avuto la modestia di verificare e riconoscere la pericolosità, l’inutilità, i costi finanziari e in termine di dolore per i malati e per i familiari, di terapie che possono e devono modificarsi in favore di una medicina più umana, che adotti la prevenzione primaria,(colpire la causa e non il sintomo)) che adotti terapie non invasive (alimenti diversi, metodi di preparazione e di cottura diversi, omeopatia, fitoterapia ecc..). che adotti nuovi stili di vita ( attività fisica e lavorativa, respirazione, spiritualità ecc…). Con uno stile di vita più adatto alla fisiologia dell’uomo, saranno evitate tutte quelle patologie che causano il ricorso agli atti chirurgici, alle riabilitazioni, agli strumenti protesici e che causano gli ultimi decenni di vita quella triste sequenza di visite ambulatoriali, esami clinici, ospedalizzazioni,ecc.. Se le cose stanno così e non ne dubito, svegliamoci dal brutto sogno e invitiamo i media a denunciare, i medici onesti e consapevoli a ribellarsi, i politici senza i paraocchi, a discutere sui risultati fittizi di una medicina che non crede di dover adottare una vera prevenzione primaria e un approccio curativo non invasivo, per eliminare le vere cause che portano anzitempo a morte i nostri cari. che sono trattati chimicamente per decenni e quando non sono fortunati di morire prima, dovranno patire per anni o su una sedia a rotelle, o in un letto d’ospedale. A te Fabrizio, grazie di cuore per la tua vita vicina a quel modello che i santi e i giusti sanno proporre all’umanità sbandata che non comprende la bellezza della vita vero, dono di Dio.