01/13/2018

Mi riferisco al manifesto firmato da 100 donne di cui la capofila è la bella e brava Caterine Deneuve, evidentemente stanca di sopportare la canea femminista che, prendendo a pretesto i troppi casi deprecabili di violenza sulle donne, sviluppa un’antitesi ideologica con l’elemento maschile che farebbe sorridere se non fosse terribilmente seria e pericolosa. Conosciamo l’approccio maschile, non sempre infelice, anche quando nell’innocente mano sulla spalla della bella di turno, qualcuno vorrebbe ravvisare un reato contro la persona. Nei miei anni giovanili, se una ragazza non gradiva le attenzioni del maschio, lo scoraggiava con l’educata indifferenza o con un sonoro schiaffo. se il tapino di turno non capiva l’antifona. Peccato, che a volte, l’atteggiamento della donna, fosse falsato dall’ambiguità di quella cultura che le imponeva di rifiutare le avances, anche se in realtà le gradiva per poi poterle esibire alle amiche. Ciò non complicava la vita, perchè ad un successivo tentativo, la donna mostrava di gradire ciò che aveva prima sdegnato, tanto che era invalsa la convinzione che opponesse un un primo rifiuto, per poi accettare quello che nella realtà voleva… E’ l’eterna schermaglia, presente in tutto il mondo animale, che rende piacevole questa sudditanza del maschio che però, nell’altalenanza di umori femminili, non sempre reagisce nella forma corretta ed auspicabile. Il maschio, deve imparare a conoscere i limiti invalicabili del suo approccio e sapersi fermare quando la compagna esprima decisamente la sua contrarietà alla prosecuzione di un rapporto e rispettando la sua volontà, sappia mantenere una parvenza di civile accettazione delle sue decisioni. Frequentemente, dopo il periodo della passione, laddove manchi un serio progetto di vita in comune e prevalga l’egoistico disegno di riappropriazione della libertà personale, la coppia si disgrega con conseguenze che vedono il maschio sempre perdente e ridotto a mal partito da leggi inappropriate che creano un disadattato che vede il suo castello di speranze svanire nel nulla, magari obbligandolo magari a dormire da sua madre o in auto e se non lo assiste la sua forza morale e una intelligente preparazione, potrebbe emergere quell’odio rancoroso che trasforma due ex innamorati in due nemici acerrimi. Ciò che vale per l’uno, vale anche per l’altra che essendo più debole, dovrebbe perlomeno adottare una maggiore prudenza quando cerca tutti i pretesti per acutizzare un disagio dove il perdente reagirà con tutte le sue possibilità, anche espresse con la forza bruta o con l’inganno più bieco e rovinoso. Il nemico della coppia è sempre l’ignoranza che genera incomprensioni e violenza, verbale o fisica o psichica che in tutte le società non è stigmatizzata a sufficienza e punita in modo esemplare.Quanto detto, dimostra la mancanza di discernimento di quelle signore che indirizza i suoi strali sull’altra metà del cielo in quanto tale, per atavica antipatia di genere che da alcuni decenni traspare nel loro lessico in ogni cercata occasione con un crescendo degno di ben altra causa e che, partendo dall’ironico sberleffo, arriva a volte alla critica feroce e cattiva, approdando all’offesa non del violento, ma del maschio in quanto tale, eguagliando, se non superando, l’imbecillità maschile con cui, trent’anni or sono, si irrideva e si offendeva l’altro sesso, giudicandolo inferiore, limitato e incapace di evoluzione psicologica, senza considerare che l’atteggiamento sottomesso della donna, che consentiva e in molti casi agevolava la pretesa superiorità dell’altro, non l’aiutava nel processo di emancipazione che la rivoluzione sessantottina,contribuirà a sviluppare. Questa fase non è conclua, perchè, dalla parità di genere, le donne meno preparate, vorrebbero passare alla pericolosa contrapposizione dogmatica e ideologica con cui si vorrebbe disconoscere la funzione del maschio nella società attuale che, grazie alle scoperte scientifiche di qualche cervellone bacato, potrebbe non essere più necessario per la continuazione della specie e la figura del transessuale, potrebbe sostituire i due sessi che la natura ha fatto diseguali ma complementari e che da millenni, si uniscono per il reciproco piacere e per procreare la vita, condizione di per sè sufficiente per conferire la dignità dovuta alla sessualità del mondo animale e in particolare tra gli gli umani di differente genere. L’ordine naturale che ha sancito la crescita del mondo, si potrà anche sovvertire per fini diabolici, ma non dovremo lamentarci se ciò segnerà il declino del nostro mondo occidentale, fatto auspicato da organizzazioni delinquenziali che usano i limiti e le incongruenze terrene delle religioni, in cui non credono, per scardinare un ordine antico che collide con la perversione.
Come in tutte le rivoluzioni, anche quella femminista è negatrice di un passato che come sempre, ha creato i prodromi per il futuro e in questo caso, piccole frange di donne giustamente incazzate, sono riuscite a dare il giusto risalto alle differenze di trattamento che ha sempre subito il genere femminile, a causa di una supposta debolezza psicologica che le voleva bisognose di protezione, di sostentamento e sottomesse ad un uomo che per millenni è stato chiamato dalle culture vigenti, a provvedere ad esse per il benessere del nucleo familiare e per predisporre un nido sicuro nel quale far nascere e crescere la prole. Il femminismo che da oltre un secolo si batte per ottenere il riconoscimento dei diritti elementari come il suffragio, il lavoro, lo studio e la parità giuridica che nei paesi più arretrati non ha ancora raggiunto, non dovrebbe avere dubbi sulla necessità di vedere l’altro/a come un’opportunità naturale offerta al genere umano dal Creatore per l’edificazione di una società più giusta e felice.
Le donne più accese, che vorrebbero annullare nell’uomo il maschio e il compagno di vita di cui pare vogliano far senza, con l’avallo di politici furbi e scorretti, sono riuscite ad ottenere l’emanazione di leggi che avallano proprio quella supposta debolezza femminile che le femministe negano e che le pongono in una posizione di privilegio come fossero dei soggetti bisognosi di tutela giuridica e non ci fossero altre strade per ribadire una parità che solo gli sciocchi negano. Persino i tempi per una separazione sono stati ridotti, quasi che il diabolico legislatore, temesse che nelle more di una separazione, qualcuno potesse ripensarci…In questa cultura dello sfascio, l’uomo, notoriamente più fedele al vincolo familiare, si trova a patire l’inimicizia di colei che passato il tempo del corteggiamento che per talune dovrebbe durare all’infinito, si trasforma in un’antagonista capace con il suo atteggiamento, non sempre compreso ed accettato dal suo uomo, di rovinare un’unione divenuta più calma e più ragionevole, magari un pò sbiadita, ma che diviene, per chi non abbia capacità nella costruzione del futuro di coppia, anche tremendamente tediosa. Subentra così un atteggiamento infastidito verso quell’uomo che non comprende la metamorfosi della sua compagna apparentemente tranquilla per 30/40 anni e che si è trasformata lentamente in un essere ostile e nevrotico, altalenante tra tristezza e l’euforia, poco disponibile ad accettare quell’approccio sentimentale che tante controversie aveva appianate nei primi anni del rapporto di coppia. E ciò senza che si profili all’orizzonte una terza persona che entrambi, insoddisfatti del menage, potrebbero desiderare come un’opportunità per sentirsi ancora vivi, ancora amati. Questa nuova situazione, provocherà la fine di un rapporto già finito che, senza un chiarimento obbiettivo ed onesto che i coniugi evitano per incapacità di analizzare i loro sentimenti, diverrà ben presto invivibile. Lo stato, attraversdo le sue istituzioni, non solo non provvede alla formazione delle future coppie per delle relazioni durature e consapevoli, lasciando al solo prete l’incombenza, ma soffia sul disagio familiare con tutti quei personaggi più o meno competenti che gestiscono la coppia nel percorso di separazione anzichè aiutarla a ritrovare quei fattori positivi che l’aveva unita.
Tutto ciò accade al 50% delle coppie non prepareate all’unione matrimoniale, senza la necessaria conoscenza e riflessione, convinte che la passione, sia un cemento sufficiente, mentre non è altro che una mano di vernice che il tempo scolora molto presto.Le leggi emanate, da parlamenti che non hanno a cuore l’unità familiare, agevolano, quando non provocano lo sfascio della coppia, creando delle situazioni di povertà che, una politica familiare meno libertaria e più interessata alla tenuta sociale di tale istituzione, avrebbe potuto evitare e provoca la rovina, l’odio e il dolore di una separazione dove gli unici vincitori son gli avvocati e i perdenti sono i figlioli e la coppia medesima.
Cinquant’anni or sono, la donna sopportava la stupidità e la gigioneria del suo uomo e non solo per i figli. La famiglia era il bene supremo da preservare nella società che male tollerava la donna sola o troppo intrapprendente ma che scagionava persino il suo assassinio se ardiva ledere il suo onore, mentre lui, si sentiva autorizzato al libertinggio e all’infedeltà, che lei accettava obtorto collo con un mezzo sorriso. Certe storture sono scomparse dai codici dei paesi civilizzati, ma hanno fatto posto a leggi pericolose che vorrebbero difendere il soggetto non più debole e di cui si approfitta per ottenere separazioni per colpa, la casa coniugale, un assegno mensile di mantenimento che equipara ancora la donna all’essere incapace di mantenersi e dunque inferiore al suo uomo. Una nota avvocatessa divorzista non ha più voluto difendere le sue clienti nelle cause di separazione perchè stanca e schifata di assistere ai ricatti ignobili che un uomo non avrebbe mai architettato contro la sua donna.
Anche quando non vi sia più un rapporto d’amore, la donna vorrebbe mantenere una sorta di diritto sull’uomo e per gelosia o per ripicca, lo vorrebbe rovinato e senza possibilità di rifarsi una vita. Oggi è la donna che vuole la separazione e l’uomo che diviene parte debole tra i coniugi, se non è preparato e riflessivo, non accetta la rovina del suo matrimonio e le conseguenze affettive e finanziarie che lo vedono solo e perdente, magari dopo trent’anni di sacrifici per allevare nela serenità possibile la sua famiglia, nella casa familiare della quale dovrà seguitare a pagare il pesante mutuo che con le spese conseguenti alla divisione, diverrà talmente gravoso che la banca ne farà un boccone.
NO! non credo che si possa accettare la disperazione dell’uomo che a seconda dei casi è marito, padre, fratello, figlio di quelle donne che lo vorrebbero in rovina. Auspico una nuova rivoluzione che sia più rigida verso coloro che vogliono formare una famiglia consapevole di ciò che li aspetta e una legge che abroghi il divorzio nei casi che si potrebbero raddrizzare, laddove manchi il reato della violenza fisica e verbale ed una politica di supporto economico verso la coppia che vuole dei figli ed una casa anche in affitto calmierato, sopra la testa. Se potessi denunciare i nemici del matrimonio, fautori di divisione nella coppia, comincerei dai politici che non danno il buon esempio ed emanano delle leggi truffa che con l’alibi della libertà del singolo, consentono, anzi agevolano lo sfascio delle famiglie. Alle femministe voglio dire che ci sono dei limiti al buon gusto, al lecito e ai risultati che vogliono ottenere, perchè in una società dove i veri valori sono sempre in discussione, i loro figli cresceranno senza quella bussola che deve sempre indicare la via in un mondo imperfetto,guidato da frange disoneste e mefistofeliche che dell’illecito e della perversione nè fanno una bandiera. Grazie dunque alle 100 firmatarie del manifesto, perchè con quella firma, condivisibile dalla maggior parte delle persone per bene e dotate di buon senso, hanno chiarito che non tutte le donne desiderano un comportamento dei loro compagni diverso da quello che da millenni consente al miracolo dell’amore la continuità della specie. Impariamo a rifiutare la violenza in ogni sua manifestazione e tutte le sirene contrarie all’unione pacifica di un uomo ed una donna e combattiamo per il prevalere della giustizia in ogni ambito della vita civile.
il grillo parlante