02/10/2018

Gent. sig. Nicola Mendelsohn Mi spiace che lei sia affetta da una malattia degenerativa, giudicata incurabile dalla medicina ufficiale, contrastata senza esito da molti, studiosi, scienziati e appassionati che non possono concordare con le loro sentenze. Io non sono medico, ma dopo trent’anni di riflesioni sui molti casi familiari, ho dovuto concludere, mio malgrado, che il carrozzone sanitario non è depositario di verità assolute, a prescindere dalla buona volontà e capacità di molti medici che brancolano nel buio. Ho deciso così di scriverle per informarla che non deve perdere le speranze, ma che dovrebbe cercare un bravo naturopata in quel mondo scientifico che non condivide l’opinione dalla madicina tradizionale. Una donna intelligente e combattiva, deve sapere che la malattia, dal raffreddore al cancro, ha sempre origini comuni che dipendono dai nostri errori, soprattutto alimentari, ma non solo. L’intossicazione quotidiana del sangue, ad opera degli agenti inquinanti che introduciamo con i cibi, beviamo con i liquidi, respiriamo nell’aria, o assumiamo con la farmacologia, dopo alcuni anni, producono delle infiammazioni ai tessuti che danno vita ai microrganismi (batteri, germi) che, con il perdurare degli agenti inquinanti, avranno buon gioco nell’eterna lotta con i nostri linfociti e dopo aver abbassato le nostre difese immunitarie, sciamano nel corpo, attaccando i tessuti e/o gli organi più deboli. In questa fase, la medicina che non studia e dunque non conosce le vere cause delle patologie, le “tratta” con la chimica farmacologica sintomatica, o con la radioterapia senza sapere praticare una vera prevenzione sulle cause e limitandosi a colpire il germe, quando creda che sia quest’ultimo la causa e non il prodotto della degenerazione cellulare. Conseguentemente, elimina, quando possibile, la parte malata o la “brucia”con la radioterapia ed è il metodo più sicuro per riempire gli ospedali e i cimiteri. In molti paesi, da diversi anni, si pratica la medicina naturale o dolce e non invasiva che ha il potere di liberare i nostri tessuti da quegli inquinanti chimici che provocano l’avvelenamento e che sono aggravati dalla farmacologia e dalle terapie ufficiali. Io dopo trent’anni di riflessioni ho vinto l’iprglicemia del mio diabete(malattia incurabile,cronica, degenerativa), risparmiato atti chirurgici ai miei familiari, salvata mia madre Luisa ed informato centinaia di persone affinche non credano nella medicina tradizionale che limita le sue cure all’aggressione dei sintomi e che vive e prospera della malattia e non della salute dei cittadini. Nel caso fosse interessata, sono disponibile nei limiti della mia età e potrà contattarmi per ulteriori chiarimenti, possibilmente senza perder del tempo prezioso. Nella speranza di non averla infastidita, le auguro di cuore che si siano sbagliati e che comunque, sia in grado di comprendere la verità sulla genesi della sua malattia.
IL GRILLO PARLANTE
Giorgio Chiodi cell. 3319841278 sito: www.giorgiochiodi.it mail: giorgiochiodi@fastwebnet.it

02/04/2018

Cari amici-Questa mattina avevo in animo di interloquire con coloro che argomentano sui delittuosi fatti di questa settimana che hanno visto una povera ragazza fatta a pezzi e per reazione la sparatoria contro delle persone inermi che avevano il torto di essere neri e ospiti non eccessivamente graditi del nostro paese.Che i migranti non regolari siano un fatto spiacevole che provoca accesi dibattiti ci può stare. Io preferirei che fossero ospiti richiesti ed accettati grazie ai patti tra nazioni, ma dal momento che arrivano come dei disperati, voluti da chi ne trae dei vantaggi e poi ci tocca sopportare anche le loro proteste a causa di un’accoglienza col pelo, mi pare una situazione esplosiva che un governo intelligente e una magistratura meno miope, non dovrebbero nè permettere, nè tollerare. Mi parrebbe strano che tra di loro, non ci fossero alcuni delinquenti che incolti e ignoranti delle norme di elementare convivenza, estremizzino con gesti violenti la cultura islamico-tribale, soprattutto e particolarmente nel nostro paese che non brilla per la sua capacità di contenere tali comportamenti irrispettosi di qualsiasi regola. Non si può ragionevolmente pensare che certi comportamenti siano accettati supinamente e mi meraviglio che la reazione alla violenza stupida e gratuita che toglie il senno e la vita ai nostri concittadini, sia accettata quasi come fosse un fatto ineluttabile che dobbiamo obbligatoriamente sopportare. Vorrei però che la giusta protesta degli uomini politici che devono essere d’esempio al popolo, fosse sempre calibrata con ferme e accettabili espressioni verbali che non esasperino le situazioni e che non diano il destro alle menti malate, che sono libere in mezzo a noi, di reagire scompostamente. L’assassino della povera figliola è sicuramente una mente malata, ma anche chi ha reagito sparando contro degli sconosciuti, come nella migliore tradizione statunitense, dove un giorno si e l’altro pure, il pazzo di turno imbraccia un’arma e spara all’impazzata sugli innocenti. Chiunque voglia esprimere dei giudizi, prima di sproloquiare, farebbe bene a riflettere sulle conseguenze che le sue parole possono provocare nelle persone deboli o meno preparate.
Anche la tendenza a politicizzare ogni parola dell’avversario, porta al fastidioso e conseguente scontro verbale che distoglie dai problemi reali una popolazione preoccupata, arrabbiata, insicura, cui si chiederà tra alcuni giorni di votare, ben sapendo che in molti diserteranno le urne, proprio per quella stanchezza prodotta da politici discutibili e da un’informazione che esaspera le sciocchezze per il suo spettacolino quotidiano.
Purtroppo viviamo in democrazie ammalate , incompiute, dove il il benessere dei cittadini non alberga nel pensiero dei politici che presi dai piccoli interessi di bottega, dimenticano troppo spesso la serenità di chi li dovrebbe eleggere.
Sforziamoci di promuovere i valori che hanno dato vita alla nostra civiltà, a partire dal nostro ambito familiare, dal nostro ufficio, dal nostro condominio e stigmatiziamo con dure ma ponderate parole i comportamenti illeciti che stanno distruggendo la nostra avanzata società post moderna.
Il grillo parlante

01/25/2018

La giornalista dell’emittente ticinese RSI Chiara Camponovo, il 18 Gennaio 2018, ha pubblicato nella rubrica Patti Chiari, un resoconto sulla suoa esperienza vegana durato tre mesi. Tralasciando che un tempo così breve, non è sufficiente per una persona in salute, effettuare una verifica seria sulla bontà della scelta vegana, trovo encomiabile lo sforzo anche se inutile della giornalista alla quale, vorrei suggerire di farsi aiutare da un bravo medico-naturopata e testare l’esperienza su un malato che abbia delle patologie non gravissime, ma immediatamente sensibili al cambio di
alimentazione poichè non tutte le patologie trovano la loro genesi nell’alimentazione spazzatura, ma altri fattori possono intervenire nella produzione di stati infiammatori che nel tempo, possono favorire o provocare lo stato di malattia, fermo restando che gli alimenti sbagliati fanno sempre la parte del leone.
Ho deciso di commentare l’articolo che mi auguro vogliate leggere nel sito de’ Il fatto Alimentare ,it

COMMENTO
Per sconfiggere la mia iperglicemia diabetica che mi ha rso ipovedente con una retinopatia importante, aggravata da un inopportuno uso del laser, da parte di un ospedale che mi ha reso semicieco e invalido al 100 % ed alcune delle numerose complicanze del diabete che mi stavano lentamente uccidendo, nella totale incapacità della medicina di fermare queste patologie invalidanti, ho scelto di interessarmi personalmente del mio caso nel 2004 e di cambiare i miei stili di vita, soprattutto alimentari e non solo, divenendo vegetariano prima e poi vegano. Dopo alcuni comprensibili errori dovuti alla mia ignoranza, ho messo a punto in un paio d’anni, e adottato personalmente, una metodologia alimentare e di attività fisica, con riduzione delle calorie giornaliere a circa 750/800, assumendo vegetali, cereali integrali(75/100 gr al giorno), legumi ecc.. ed evitando dolci, prodotti da forno, carne e suoi derivati e vino. In pochi mesi, sono riuscito a stabilizzare la mia glicemia senza farmaci (insulina ed i.g.orali), senza accedere ai pericolosi centri antidiabete che nonostante la buona volontà degli operatori, devono adottare delle linee guida che insistono nell’uso della farmacologia, causa di ulteriore intossicazione. loro lodevoli tentativi non fermano le pericolose altalenanze della glicemia che con i suoi sbalzi, mette in pericolo la salute e la vita dei pazienti. Con il mio metodo dietetico monitorato nel computer per ben 7 anni, senza assumere integratori di alcun tipo, sono passato da 113 kg di peso agli attuali 73 kg , il tutto senza patire la fame come si sarebbe indotti a pensare, perchè, con la frutta e con l’abbondante verdura cruda, si assumono la gran parte di nutrienti vitaminici e minerali necessari e la massa di fibre, inganna il fallace senso di sazietà . Ho riportato la mia esperienza su due saggi che mi sono costati molto cari, in termini di ricerche e in termini economici (sono un pensionato) che non interessano i media da me allertati da alcuni anni, compreso trasmissioni tv come Le Iene, Report, Mi manda rai tre, Virus di Nicola Porro, ecc.. e giornalisti come Vespa, Iacona, Gabanelli, ecc. Giornali come La Repubblica, Il Giornale, Il Corriere della sera,ecc…che non trovano il tempo per indagare su argomenti ostici, sconosciuti e delicati come la mancata prevenzione primaria, nè si chiedono come le malattie degenerative in costante aumento non siano mai sconfitte dopo quasi un secolo di ricerche costosissime, di speranzose promesse, nè analizzano le attuali terapie mediche che partecipepidemiologia, malattie degenerative, ano allegramente al perpetuarsi di stati epidemiologici che riempiono gli ospedali, da dove si esce con ulteriori patologie contratte per l’alta concentrazione batteriologica e per le ridotte difese dei malcapitati. Temo che il giornalismo di denuncia, sia più interessato agli argomenti che fanno audiens, piuttosto che all’esperienza di un anziano che insiste su dati di fatto inoppugnabili che disturbano i manovratori di una sanità che dovrebbe essere riformata a partire dall’università, tendente a laureare, non bravi medici esperti sulla digestione dei cibi, capaci di guarire una patologia, ma scrivani che sappiano prescrivere per decenni sostanze chimiche per poi inviare i malati agli specialisti. Questi, dopo aver modificato le terapie del collega, indirizzano a loro volta il paziente dal chirurgo che dopo aver tolto qualche organo “inutile”, lo mette sulla sedia a rotelle gratificandolo con numerosi ausili protesici prodotti da una intelligente industria e venduti a caro prezzo alle istituzioni che non hanno ancora saputo/voluto analizzare i costi del pentolone sanitario che per inciso, spende l’80/90 % dei bilanci di una regione. In questo poco edificante quadretto, non si adotta la vera prevenzione primaria, sconosciuta alla medicina che preferisce trattare, anzichè curare il malato nel corso della sua “vita”intervenendo con terapie sempre invasive, anziche osservare e studiare i isultati delle tecniche naturopatiche che con costi irrisori, possono modificare una vita irta di malattie, in un’esistenza sana e serena. Qualcosa si muove, se da alcuni mesi, nell’ospedale Redaelli di vimodrone (MI) si è introdotta la cucina variegata che contempla il vegeto-veganesimo. Lo ha ribadito il responsabile medico dr. Frustaglia in un’intervista di Beat4 eat nel congresso di Abano. Mi auguro che entro pochi decenni una nuova filosofia di cura, faccia piazza pulita di metodiche interessate, costose e pericolose che accompagnano con il sorriso i malati al camposanto, ovviamente con l’ausilio di solerti necrofori che con il perdurare delle terapie tradizionali, non risentiranno mai della crisi.
Cordialità-Giorgio Chiodi-
il mio sito: wwwgiorgiochiodi.it
Mail: giorgiochiodi@fastwebnet.it
casella di posta: giorgio chiodi Montegrotto Terme n° 35
I miei libri: -La vera prevenzione –II edizione Phasar
-Vincere il diabete…si può- Phasar
-La fine di Luisa- II° edizione Phasar

01/15/2018

Una domenica del 57, (avevo 17 anni) mi trovavo a cavalcioni della mia fidata lambretta tipo E, quella che si avviava con la cordicella per intenderci. Mi era compagno nel tedioso pomeriggio di sventura, l’amico Ezio Musich, un caro ragazzo istriano scappato dalla furia titina con gli abiti che aveva sempre addosso, seppure ineccepibilmente puliti e stirati. Entrambi senza una lira in tasca, stavamo conversando vicino alla sala giochi di Mestre, attigua a Via Piave, quando ad un tratto, fummo accerchiati da una ventina di ragazzini urlanti che senza alcuna ragione apparente, iniziarono a menar botte da orbi sbattendoci sulla serranda di un negozio chiuso che per lo strepito e la violenza dei colpi fece uscire alle finestre alcuni inquilini spaventati per quel pandemonio. Dopo un primo attimo di smarrimento, cercammo di difenderci, ma erano in troppi e avremmo capitolato anche per la violenza dei colpi inferti con corte catene che ci lasciarono dei vistosi segni sul corpo ma che in quel momento non facevano male. Fortunatamente, dopo alcuni minuti, il suono sempre più acuto di una sirena fece dileguare gli assalitori e ci trovammo attorniati da alcuni carabinieri che, appurato che non eravamo feriti, raccolsero alcuni nominativi dei pochi testimoni e se ne andarono. Io e il mio amico, frastornati e tremanti, tornammo verso casa rincuorati per averla scampata bella. Accadeva spesso che bande di ragazzini che chiamavano teddy boys e che abitavano nei rioni malfamati, aggredissero i loro coetanei maschi, per affermare la loro supremazia sul loro territorio, per sentirsi forti e pericolosi e per vincere la noia che le scarse possibilità economiche rendevano intollerante. Non picchiavano però le ragazzine e anche gli adulti erano trascurati, ma i coetanei che apparivano diversi, o in sella al motorino, dovevano pagare per il loro apparente benessere, soprattutto se in pochi. Quel fatto mi indusse ad avere maggiore prudenza con i violenti che non ho più abbandonato. Oggi, i ragazzi incazzati degli anni cinquanta, sono stati sostituiti da altri sempre incazzati che hanno conosciuto la droga, la violenza in famiglia, l’abbandono scolastico e tutte le brutture possibili che li hanno induriti nella consapevolezza della loro esclusione dal mondo del lavoro, da un’esistenza decente o una famiglia normale. Allora subentra il disagio che manda in tilt il loro cervello e nella scuola della strada, dove si respira la violenza verso i più deboli, accentuata dall’ubriacatura dell’alcol e delle droghe, decidono di compiere gesti eclatanti per sentirsi vivi e temuti . Una differenza emerge con chiarezza. I miei teddy bois al sentire la sirena si erano dileguati, ma ai tempi d’oggi, dove il lavoro diviene un privilegio di pochi e dove leggi insulse e tolleranti consentono l’uso di droghe e i reati così detti minori sono impuniti per un buonismo deteriore, si sentono autorizzati a compiere qualunque nefandezza perchè sanno che non sono punibili se minori e con la maggiore età, se anche fossero trattenuti, un solerte avvocato li farebbe subito rilasciare, perchè il nostro bel paese, patria dei diritti e meno dei doveri, verso coloro che provocano allarme sociale con la violenza, per i reati cosidetti minori, punibili fino a tre anni, non coercisce l’aaggressore preferendo analizzare con la lente la reazione dell’aggredito per mancanza di volontà politica nel reprimere reati odiosi anche se non di sangue. Io sono contrario alla punizione, laddove sia possibile una pena alternativa che possa ottenere la rieducazione del reo, ma nei gravi casi di violenza cui assistiamo quotidianamente verso gli inermi, vorrei che il garantismo fosse sospeso almeno per tre anni, con una leggina che persino il nostro parlamento potrebbe emanare in pochi giorni. Per esperienza diretta, dove vi sia la pena certa, i reati non sono incentivati e rafforzandola per i delitti che provocano allarme sociale per gratuità ed efferatezza, sono certo che si potrebbe risolvere il problemna alla radice. Nel caso che la reazione della vittima non sia proporzionata all’offesa, il delinquente deve saper che non ci sono tutele per chi entra in casa altrui per delinquere e non si dovrebbe adottare il criterio della proporzionalità tra offesa e difesa, per l’impossibilità oggettiva di modulare la reazione e la legge dovrebbe dichiarare non punibile chi si è difeso, dopo necessaria e scrupolosa analisi dei fatti criminosi per evitare i casi sempre possibili di accertata e voluta sproporzione nella legittima difesa. Alcune domande che spero lecite: Perchè non si sospendono le garanzie per questi reati abbietti? A chi giova rovinare chi si difende? Perchè tenere i più deboli nell’incertezza e nella paura?

01/13/2018

Mi riferisco al manifesto firmato da 100 donne di cui la capofila è la bella e brava Caterine Deneuve, evidentemente stanca di sopportare la canea femminista che, prendendo a pretesto i troppi casi deprecabili di violenza sulle donne, sviluppa un’antitesi ideologica con l’elemento maschile che farebbe sorridere se non fosse terribilmente seria e pericolosa. Conosciamo l’approccio maschile, non sempre infelice, anche quando nell’innocente mano sulla spalla della bella di turno, qualcuno vorrebbe ravvisare un reato contro la persona. Nei miei anni giovanili, se una ragazza non gradiva le attenzioni del maschio, lo scoraggiava con l’educata indifferenza o con un sonoro schiaffo. se il tapino di turno non capiva l’antifona. Peccato, che a volte, l’atteggiamento della donna, fosse falsato dall’ambiguità di quella cultura che le imponeva di rifiutare le avances, anche se in realtà le gradiva per poi poterle esibire alle amiche. Ciò non complicava la vita, perchè ad un successivo tentativo, la donna mostrava di gradire ciò che aveva prima sdegnato, tanto che era invalsa la convinzione che opponesse un un primo rifiuto, per poi accettare quello che nella realtà voleva… E’ l’eterna schermaglia, presente in tutto il mondo animale, che rende piacevole questa sudditanza del maschio che però, nell’altalenanza di umori femminili, non sempre reagisce nella forma corretta ed auspicabile. Il maschio, deve imparare a conoscere i limiti invalicabili del suo approccio e sapersi fermare quando la compagna esprima decisamente la sua contrarietà alla prosecuzione di un rapporto e rispettando la sua volontà, sappia mantenere una parvenza di civile accettazione delle sue decisioni. Frequentemente, dopo il periodo della passione, laddove manchi un serio progetto di vita in comune e prevalga l’egoistico disegno di riappropriazione della libertà personale, la coppia si disgrega con conseguenze che vedono il maschio sempre perdente e ridotto a mal partito da leggi inappropriate che creano un disadattato che vede il suo castello di speranze svanire nel nulla, magari obbligandolo magari a dormire da sua madre o in auto e se non lo assiste la sua forza morale e una intelligente preparazione, potrebbe emergere quell’odio rancoroso che trasforma due ex innamorati in due nemici acerrimi. Ciò che vale per l’uno, vale anche per l’altra che essendo più debole, dovrebbe perlomeno adottare una maggiore prudenza quando cerca tutti i pretesti per acutizzare un disagio dove il perdente reagirà con tutte le sue possibilità, anche espresse con la forza bruta o con l’inganno più bieco e rovinoso. Il nemico della coppia è sempre l’ignoranza che genera incomprensioni e violenza, verbale o fisica o psichica che in tutte le società non è stigmatizzata a sufficienza e punita in modo esemplare.Quanto detto, dimostra la mancanza di discernimento di quelle signore che indirizza i suoi strali sull’altra metà del cielo in quanto tale, per atavica antipatia di genere che da alcuni decenni traspare nel loro lessico in ogni cercata occasione con un crescendo degno di ben altra causa e che, partendo dall’ironico sberleffo, arriva a volte alla critica feroce e cattiva, approdando all’offesa non del violento, ma del maschio in quanto tale, eguagliando, se non superando, l’imbecillità maschile con cui, trent’anni or sono, si irrideva e si offendeva l’altro sesso, giudicandolo inferiore, limitato e incapace di evoluzione psicologica, senza considerare che l’atteggiamento sottomesso della donna, che consentiva e in molti casi agevolava la pretesa superiorità dell’altro, non l’aiutava nel processo di emancipazione che la rivoluzione sessantottina,contribuirà a sviluppare. Questa fase non è conclua, perchè, dalla parità di genere, le donne meno preparate, vorrebbero passare alla pericolosa contrapposizione dogmatica e ideologica con cui si vorrebbe disconoscere la funzione del maschio nella società attuale che, grazie alle scoperte scientifiche di qualche cervellone bacato, potrebbe non essere più necessario per la continuazione della specie e la figura del transessuale, potrebbe sostituire i due sessi che la natura ha fatto diseguali ma complementari e che da millenni, si uniscono per il reciproco piacere e per procreare la vita, condizione di per sè sufficiente per conferire la dignità dovuta alla sessualità del mondo animale e in particolare tra gli gli umani di differente genere. L’ordine naturale che ha sancito la crescita del mondo, si potrà anche sovvertire per fini diabolici, ma non dovremo lamentarci se ciò segnerà il declino del nostro mondo occidentale, fatto auspicato da organizzazioni delinquenziali che usano i limiti e le incongruenze terrene delle religioni, in cui non credono, per scardinare un ordine antico che collide con la perversione.
Come in tutte le rivoluzioni, anche quella femminista è negatrice di un passato che come sempre, ha creato i prodromi per il futuro e in questo caso, piccole frange di donne giustamente incazzate, sono riuscite a dare il giusto risalto alle differenze di trattamento che ha sempre subito il genere femminile, a causa di una supposta debolezza psicologica che le voleva bisognose di protezione, di sostentamento e sottomesse ad un uomo che per millenni è stato chiamato dalle culture vigenti, a provvedere ad esse per il benessere del nucleo familiare e per predisporre un nido sicuro nel quale far nascere e crescere la prole. Il femminismo che da oltre un secolo si batte per ottenere il riconoscimento dei diritti elementari come il suffragio, il lavoro, lo studio e la parità giuridica che nei paesi più arretrati non ha ancora raggiunto, non dovrebbe avere dubbi sulla necessità di vedere l’altro/a come un’opportunità naturale offerta al genere umano dal Creatore per l’edificazione di una società più giusta e felice.
Le donne più accese, che vorrebbero annullare nell’uomo il maschio e il compagno di vita di cui pare vogliano far senza, con l’avallo di politici furbi e scorretti, sono riuscite ad ottenere l’emanazione di leggi che avallano proprio quella supposta debolezza femminile che le femministe negano e che le pongono in una posizione di privilegio come fossero dei soggetti bisognosi di tutela giuridica e non ci fossero altre strade per ribadire una parità che solo gli sciocchi negano. Persino i tempi per una separazione sono stati ridotti, quasi che il diabolico legislatore, temesse che nelle more di una separazione, qualcuno potesse ripensarci…In questa cultura dello sfascio, l’uomo, notoriamente più fedele al vincolo familiare, si trova a patire l’inimicizia di colei che passato il tempo del corteggiamento che per talune dovrebbe durare all’infinito, si trasforma in un’antagonista capace con il suo atteggiamento, non sempre compreso ed accettato dal suo uomo, di rovinare un’unione divenuta più calma e più ragionevole, magari un pò sbiadita, ma che diviene, per chi non abbia capacità nella costruzione del futuro di coppia, anche tremendamente tediosa. Subentra così un atteggiamento infastidito verso quell’uomo che non comprende la metamorfosi della sua compagna apparentemente tranquilla per 30/40 anni e che si è trasformata lentamente in un essere ostile e nevrotico, altalenante tra tristezza e l’euforia, poco disponibile ad accettare quell’approccio sentimentale che tante controversie aveva appianate nei primi anni del rapporto di coppia. E ciò senza che si profili all’orizzonte una terza persona che entrambi, insoddisfatti del menage, potrebbero desiderare come un’opportunità per sentirsi ancora vivi, ancora amati. Questa nuova situazione, provocherà la fine di un rapporto già finito che, senza un chiarimento obbiettivo ed onesto che i coniugi evitano per incapacità di analizzare i loro sentimenti, diverrà ben presto invivibile. Lo stato, attraversdo le sue istituzioni, non solo non provvede alla formazione delle future coppie per delle relazioni durature e consapevoli, lasciando al solo prete l’incombenza, ma soffia sul disagio familiare con tutti quei personaggi più o meno competenti che gestiscono la coppia nel percorso di separazione anzichè aiutarla a ritrovare quei fattori positivi che l’aveva unita.
Tutto ciò accade al 50% delle coppie non prepareate all’unione matrimoniale, senza la necessaria conoscenza e riflessione, convinte che la passione, sia un cemento sufficiente, mentre non è altro che una mano di vernice che il tempo scolora molto presto.Le leggi emanate, da parlamenti che non hanno a cuore l’unità familiare, agevolano, quando non provocano lo sfascio della coppia, creando delle situazioni di povertà che, una politica familiare meno libertaria e più interessata alla tenuta sociale di tale istituzione, avrebbe potuto evitare e provoca la rovina, l’odio e il dolore di una separazione dove gli unici vincitori son gli avvocati e i perdenti sono i figlioli e la coppia medesima.
Cinquant’anni or sono, la donna sopportava la stupidità e la gigioneria del suo uomo e non solo per i figli. La famiglia era il bene supremo da preservare nella società che male tollerava la donna sola o troppo intrapprendente ma che scagionava persino il suo assassinio se ardiva ledere il suo onore, mentre lui, si sentiva autorizzato al libertinggio e all’infedeltà, che lei accettava obtorto collo con un mezzo sorriso. Certe storture sono scomparse dai codici dei paesi civilizzati, ma hanno fatto posto a leggi pericolose che vorrebbero difendere il soggetto non più debole e di cui si approfitta per ottenere separazioni per colpa, la casa coniugale, un assegno mensile di mantenimento che equipara ancora la donna all’essere incapace di mantenersi e dunque inferiore al suo uomo. Una nota avvocatessa divorzista non ha più voluto difendere le sue clienti nelle cause di separazione perchè stanca e schifata di assistere ai ricatti ignobili che un uomo non avrebbe mai architettato contro la sua donna.
Anche quando non vi sia più un rapporto d’amore, la donna vorrebbe mantenere una sorta di diritto sull’uomo e per gelosia o per ripicca, lo vorrebbe rovinato e senza possibilità di rifarsi una vita. Oggi è la donna che vuole la separazione e l’uomo che diviene parte debole tra i coniugi, se non è preparato e riflessivo, non accetta la rovina del suo matrimonio e le conseguenze affettive e finanziarie che lo vedono solo e perdente, magari dopo trent’anni di sacrifici per allevare nela serenità possibile la sua famiglia, nella casa familiare della quale dovrà seguitare a pagare il pesante mutuo che con le spese conseguenti alla divisione, diverrà talmente gravoso che la banca ne farà un boccone.
NO! non credo che si possa accettare la disperazione dell’uomo che a seconda dei casi è marito, padre, fratello, figlio di quelle donne che lo vorrebbero in rovina. Auspico una nuova rivoluzione che sia più rigida verso coloro che vogliono formare una famiglia consapevole di ciò che li aspetta e una legge che abroghi il divorzio nei casi che si potrebbero raddrizzare, laddove manchi il reato della violenza fisica e verbale ed una politica di supporto economico verso la coppia che vuole dei figli ed una casa anche in affitto calmierato, sopra la testa. Se potessi denunciare i nemici del matrimonio, fautori di divisione nella coppia, comincerei dai politici che non danno il buon esempio ed emanano delle leggi truffa che con l’alibi della libertà del singolo, consentono, anzi agevolano lo sfascio delle famiglie. Alle femministe voglio dire che ci sono dei limiti al buon gusto, al lecito e ai risultati che vogliono ottenere, perchè in una società dove i veri valori sono sempre in discussione, i loro figli cresceranno senza quella bussola che deve sempre indicare la via in un mondo imperfetto,guidato da frange disoneste e mefistofeliche che dell’illecito e della perversione nè fanno una bandiera. Grazie dunque alle 100 firmatarie del manifesto, perchè con quella firma, condivisibile dalla maggior parte delle persone per bene e dotate di buon senso, hanno chiarito che non tutte le donne desiderano un comportamento dei loro compagni diverso da quello che da millenni consente al miracolo dell’amore la continuità della specie. Impariamo a rifiutare la violenza in ogni sua manifestazione e tutte le sirene contrarie all’unione pacifica di un uomo ed una donna e combattiamo per il prevalere della giustizia in ogni ambito della vita civile.
il grillo parlante

10/12/2017

Le cosiddette calamità naturali spesso non sono prevedibili, ma prevedibili sono gli effetti catastrofici delle medesime. Sarebbe sufficiente che i soloni di casa nostra, avessero l’umiltà di riflettere sui suggerimenti precisi e puntuali del geologo Mario Tozzi che vede nella prevenzione la strada maestra per limitare i danni e la perdita di vite umane con il codazzo di opinionisti che blaterano nel webb mentre la gente è sotto le macerie o sfollate e ricoverate spesso in rifugi di fortuna che li vedono per decenni aggirarsi sconsolati nei luoghi off-limit dove avevano i loro affetti, la loro casa, i loro interessi primari. Ma la prevenzione presuppone da parte degli amministratori, umiltà, conoscenza, interessamento, organizzazione sul territorio amore per le persone e qui casca l’asino, perchè è preferibile inseguire le necessità con interminabili tavole rotonde, con la creazione di commissioni, con la raccolta fondi per poi indire le gare, favorire gli amici con gli appalti, elargire fondi, in una parola esercitare un potere, invece che programmare gli interventi necessari per prevenire gli effetti dolorosi di un evento catastrofico. Si tratta solo di ordinare le idee, di leggere la storia di un territorio, di studiare le soluzioni per i disastri prevedibili e dunque prevenibili, di preparare uomini e mezzi che ci sono e che devono intervenire a volte disordinatamente quando il disastro si verifica. Terremoti, esondazioni di un fiume, frane, smottamenti, crolli, sono tutti eventi perfettamente individuabili prima del verificarsi e dunque perfettamente prevenibili perchè previsti. Quando le amministrazioni dei territori, avranno finito di crogiolarsi nelle loro attività inutili e a volte dannose, svolte per ottenere stipendi e prebende (e tangenti) che spesso non meritano, forse troveranno il tempo per organizzare la difesa dei territori come ripetuto dal nostro geologo e come il dovere e il buon senso richiedono. Sin tanto che la prevenzione resterà lettera morta, si dovranno ospitare per anni, centinaia di famiglie disagiate, sotto le tende e nei nei container a causa delle lungaggini burocratiche che richiederanno dei decenni per la ricostruzione delle loro dimore. Chiediamo pertanto che lo stato individui i grandi lavori per la messa in sicurezza dei territori e che che tutti gli uffici tecnici dei comuni, predispongano sin da ora e obbligatoriamente i piani per l’individuazione dei terreni anche da espropriare per pubblica utilità, dove, dopo l’evento, potrebbero sorgere degli agglomerati di case di legno di due o tre tipologie, da montare in trenta giorni i cui elementi essenziali, potrebbero essere dotati di impianti predisposti entro le pareti e pronti per i collegamenti, da montare in pochi giorni, anche con l’aiuto del genio militare, se necessario. Se la cultura della casa di legno, sicura, confortevole, antisismica, anti spreco energetico, ignifuga, prenderà il posto dei manufatti in cemento e calcestruzzo da da usarsi per i manufatti maggiori, l’industria, potrebbe sfornare migliaia di casette per il mercato interno, per l’estero e per lo stato che invece di stoccare i pericolosi vaccini potrebbe stoccare gli elementi di case e casette predisposte persino per delle finiture diverselasciate all’arbitrio dei nuovi possessori.I denari non sono un problema, perchè, non solo si risparmierebbero le ingenti somme sprecate per inseguire l’emergenza, ma si darebbe un tetto idoneo a chi, ritrovata la sua normalità, potrebbe negli anni successivi, cambiare per una residenza più idonea, lasciando quella casetta che potrebbe ospitare numerosi senza tetto che da sempre bussano per ottenere un diritto inalienabile e improcrastinabile: Una casa.

08/08/2017

Caro Tiberio ; è una lotta contro i mulini a vento. La magistratura segue l’onda di una cultura imperante che vuole il padre, in quanto maschio, violento, prevaricatore, fedifrago, egoista, autoritario ecc..ecc…perchè dagli anni sessantottini, lo sport nazionale più seguito è la demonizzazione dei doveri di ognuno, in favore dei diritti veri o presunti di minoranze che con violenza verbale, psicologica e spesso fisica hanno stravolto i costumi, l’autorità in genere, specie del padre, primo passo per distruggere la famiglia, dopo aver negato le radici cristiane dell’Europa e relegato la Fede nelle sacrestie, in odio ad ina vita ordinata, per privilegiare i vizi, piuttosto che le virtù di un popolo. E’ un disegno mefistofelico che, nutrito dai soliti idioti anche inconsapevoli, vuole la distruzione dei valori millenari per consentire tutti gli illeciti morali che una cultura liberal-socialista-radicale, vuole imporre per fini abbietti e non tutti immediatamente palesi. Senza difendere gli eccessi di un paternalismo ingiusto e anacronistico assistiamo all’avanzata di una donna libera e moderna che ha rotto gli argini del buongusto e compie gli stessi errori che stigmatizza nel compagno, a ciò supportata da leggi ignobili e da una magistratura spesso ingiusta che penalizza l’uomo in quanto tale. Coraggio. Battiamoci con pazienza e civiltà contro le nefandezze gabellate per diritti umani che alienano la nostra serenità, ma riempiono i programmi televisivi.

08/02/2017

Sono anni che scrivo ai personaggi più in vista, per ottenere della visibilità per le mie denunce sulla sanità
che andrebbe riformata dagli studi universitari, ai protocolli terapici, alle conoscenze del medico di base, per arrivare all’approccio clinico che adotta ancora, dopo un secolo, la farmacologia per trattare le patologie, senza riuscire nè a prevenirle nè tantomeno curarle essendo dichiaratamente molecole chimiche prodotte per colpire la sintomatologia e non le cause che provocano la flogosi dei tessuti.
Senza alcuna speranza di risposta, ho voluto tentare con un uomo che ingloba caratteristiche di scientificità, di competenze in molti siti del sapere, di capacità divulgativa e mediaticità che tra l’altro, è vegetariano: il proff. Mario Tozzi geologo. A lui ho inviato una delle numerose missive con le quali cerco di svegliare il sonnacchioso e impermeabile mondo della scienza medica che nonostante costi all’erario 120 mld all’anno, prosegue nei suoi errori che sono fondamentalmete due:
1) non ricerca le cause delle patologie che preferisce trattare con la inutile e pericolosa farmacologia sintomatica (più redditizia?).
2)non applica la vera prevenzione primaria, preferendo una prevenzione secondaria che insegua la patologia, ovviamente con la farmacolgia e poi, con la chirurgia demolitiva e ricostruttiva, anzichè individuare l’iter della patologia attraverso i sintomi e colpire le cause che nel 99% dei casi sono sempre intuibili e conosciute dalla naturopatia, costretta a lavorare sotterraneamente a causa di leggi protettive dell’apparato sanitario, anche se arcaiche e che non consentono la libertà di cura.
Eccovi il testo:

Spett prof. Tozzi

Sono un settantasettenne ipovedente portato a cio’ da una trentennale patologia diabetica che nel silenzio della medicina tradizionale, ha trasformato un uomo pieno di vita e di interessi in un invalido, senza che nessuno abbia avuto il pudore di riconoscere i limiti dei trattamenti, della loro pericolosità e dei loro costi, sempre in ascesa, parallelamente all’aumento delle patologie degenerative incurabili che la medicina preferisce «trattare» con la chimica di sintesi, anziché ricercare con umiltà le cause che sono chiare alla naturopatia da decenni ma che non possono emergere a causa delle leggi vigenti e dall’establisment sanitario che difende con protervia il suo orticello.
La malattia di mia madre, oramai moribonda nel 1984 e la sua guarigione grazie al naturopata romano Alberto Lodispoto, che praticandole un semidigiuno di 20 giorni la restitui’ alla vita, mi inizio’ nello studio della medicina dolce e non invasiva, che approfondii attraverso gli scritti di numerosi medici igienisti e naturopati di cui ho compreso il pensiero unicistico e assimilato le esperienze con le quali ho guarito mia moglie dalle numerose patologie e le mie figlie, risparmiando loro alcuni interventi chirurgici, senza tacere della mia entusiasmante vittoria sulla iperglicemia diabetica che ormai in stadio avanzato mi ha danneggiato le retine, ma altre complicanze del diabete che si affacciavano pericolose, sono rientrate dimostrando la possibilità della loro remissione al cessare delle cause. Quanto sopra nell’inerzia e nel silenzio dei centri antidiabetici che cercano di fermare, senza riuscirvi, la degenerazione della malattia, limitandosi a trattarla con l’insulina di sintesi e con la farmacologia, accompagnando il malato alla dissoluzione sempre inevitabile. Ciò vale per i 4 milioni di diabetici italiani che causano 30000 morti l’anno, senza considerare gli stadi intemedi di malattia che causano invalidità crudeli e 12 milioni di spese.
Questa sanità, sintomatica e non curativa, “intercetta” nell’acquiescenza colpevole di tutti, l’80/85 % delle risorse regionali, a detrimento della vera ricerca di cui abbisogna la nostra civiltà per uscire dal penoso imbuto di cui lei discetta con abilità e conoscenza.
Ho riportato le mie riflessioni su due saggi:
1)-La vera prevenzione»in ristampa per Phasar , dove partendo da fatti e riflessioni conseguenti, indico, senza mezzi termini, quali strade imboccare per evitare tutte le patologie e come guarire da quelle conclamate, se in fase flogistica e non finale.
2)-Vincere il diabete…si puo’- edito da Phasar, dove riporto la mia metodologia per debellare la malattia.

Nonostante la debolezza dei miei editori, i lettori che leggono i miei lavori, mi inviano le loro entusiastiche approvazioni che potranno costituire l´ossatura di un altro volume.
Inoltre, mi accingo a pubblicare un terzo saggio sul sovrappeso e l’obesità, dove espongo la metodologia applicata nel mio caso, per perdere 40 kg senza sforzo e senza patire la fame, mantenendo l’invidiabile linea che avevo a 18 anni.

Le scrivo quanto sopra nell’intento di ottenere un suo suggerimento per combattere meglio:
-La mancanza di vera ricerca sulle cause di malattia.
-L’erroneo approccio alle patologie con la chimica sintomatica.
-La mancanza di una vera prevenzione che prevenga la malattia anzichè inseguirla con molecole chimiche.
-L’acquiescienza e/o la condivisione allo “statu quo” dell’università e della ricerca medica.
-Il disinteresse della politica ai falsi risultati medici.
-La mancanza della libertà di cura per la naturopatia.
-L’impreparazione dei medici ridotti alla prescrizione di medicinali.
-L’iper protezione dei protocolli medici da parte della magistratura.
-La spesa non giustificata dai risultati sulla malattia (non sulla salute).
-La mancanza di coscienza ambientale atta a ripulire l’ambiente per il bene supremo dei nostri bambini.
-La mancanza di prudenza nell’uso della chimica nell’ambiente, in casa, nei cibi, ecc…
-La protervia per l’uso, l’abuso e l’obbligatorietà dei vaccini.
-La sospetta incapacità di controllo sulla farmacologia.

Da anni informo i media, il ministero della salute, i personaggi dello spettacolo che neppure rispondono perché l’argomento salute diverte poco e non aumenta l’audiens, ma lei è uno studioso importante anche ai fini mediatici che se allertato sulla bugia medica, dispone delle risorse intellettive per verificare la veridicità delle mie (e non solo) affermazioni.
Nella speranza di non averla annoiata, Le invio i miei deferenti saluti.

Giorgio Chiodi
Montegrotto Terme
e-mail giorgiochiodi@fastwebnet.it
sito www.giorgiochiodi.it

07/17/2017

La diatriba in corso sui vaccini, ci trova tristemente soli nelle nostre decisioni che non possono essere concordemente univoche a causa in un settore, quello sanitario, dove noi profani, per mancanza di cultura scientifica , dovremmo chinare il capo davanti alle decisioni della scienza medica e della ricerca correlata Se questo atteggiamento di subalternità, poteva essere condiviso fino a pochi decenni or sono, oggi non pare più giustificabile, non solo per i non medici tra i quali mi annovero, ma soprattutto per coloro, che si trovano a dover scegliere tra la verità del comparto pro-vaccini, e la posizione di altri scienziati e studiosi che vedono nell’immissione di sostanze chimiche nel corpo dei nostri bimbi, una pericolosa sommatoria di inquinanti che anche per interazione chimica, danno sicuramente luogo alle reazioni incontrollate del loro corpo, con fenomeni immediati ed altri che possono evidenziarsi negli anni successivi. Se considerate che le cause della maggioranza delle patologie, non sono sufficientemente conosciute dal medico che osserva solo dei sintomi, scambiati da taluno per la malattia medesima, allora pare lecito che gli studiosi contrari alla vaccinazione e alle pratiche invasive, si oppongano ad esse, non per l’obbligatorietà che un paese civile non può e non deve tollerare, ma per la filosofia stessa che consiglia tale pericolosa pratica che non ha mai debellato alcuna pandemia passata insorta per le condizioni igieniche, mietendo milioni di vittime per le scarse difese di intere popolazioni che vivevano in ambienti insalubri e/o tra una guerra ed un’altra e che dopo aver esaurito il suo triste “compito” di spazzino naturale, scompariva per riapparire in altri contesti dove trovava favorevoli condizioni scatenanti la sua lugubre attività. La vera prevenzione, attività doverosa e meritoria sia per il medico, che per un’amministrazione della sanità consapevole, induce a seguire una strada più prudente se si vuole veramente lasciare un’impronta di generosa, altruistica e consapevole verità sulle scoperte sette-ottocentesche che dovrebbero finalmente essere superate da più moderne evidenze scientifiche, a meno che, abbandonare tali vetuste scoperte, non arrechi nocumento e danno alle lobby farmaceutiche che, come in tutti i casi dove l’interesse prevalente è l’immenso e ingiustificato guadagno, dovrebbero anche e soprattutto da voi e dai vostri organi di controllo, essere sotto inchiesta perenne per il pericolo non peregrino che seguitino a produrre le loro mefitiche molecole per l’ingiusto e pericoloso profitto, usate ed accettate acriticamente come irrinunciabile esempio di buona e doverosa sanità. Il dubbio, che assale il vero scienziato, è la doverosa discriminante tra la verità e l’errore e laddove pervicacemente si vogliano difendere affarismo e privilegi, allora l’organismo statale è marcio e da modificare o distruggere. A volte, si sposano posizioni senza dubbi legittime che prescindono dall’onestà intellettuale e si seguita a perpetuare un errore di fondo che la ricerca ha sostenuto da troppi decenni, senza peraltro essere riuscita a sconfiggere neppure il raffreddore e dopo aver dilapidato immense risorse per un vaccino contro il cancro, sulla teoria del germe che ha visto contrapposte due scuole (Luc Montagner e Robert Gallo) o come nei casi delle numerose molecole tolte dal mercato come per il VIOX o il TALIDOMIDE ed altre migliaia di amenità del genere, allora una riflessione è d’obbligo e da vecchio appassionato di medicina, mi auguro vorrete consigliare il sig. ministro alla prudenza e a ritirare non solo l’obbligatorietà dei vaccini, o la cacciata di coraggiosi medici ma ad una disamina su tutta la teoria vaccinale per arrivare, con il concorso degli studiosi anti-vaccini, a riconsiderare la metodica medica che non pratica la vera prevenzione primaria, bensì una prevenzione secondaria che interviene sempre tardi, quando i guasti di una vita fisiologicamente insana, prendono il sopravvento con costi elevatissimi che inibiscono il progresso del nostro come di altri paesi considerati civili. Con rispetto e stima per l’immane compito. Giorgio Chiodi-Montegrotto Terme (PD) Sito wwwgiorgiochiodi.it NB. Rinnovo la mia offerta di fare dono al sig. Ministro dei miei saggi: -La vera prevenzione- -Vincere il diabete…si può-

07/13/2017

Grazie Paolo! Se stato uno tra gli artisti che ha reso meno tristi gli anni della mia gioventù con i tuoi personaggi “sfigati” in cui mi riconoscevo. Hai saputo rappresentare gli stati d’animo di chi nella vita è spesso perdente, ma che non rinuncia alla speranza di rialzarsi con un guizzo di genialità italica ed una beffarda volontà di rivincita verso i poteri forti che restano sempre a galla… Diranno di te che sei stato un genio dello spettacolo con le tue “gags” ed hanno ragione da vendere ma, vedi Paolo, anche tu come Fantozzi e come tanti di noi, guidato da un edonismo pervicace e fuorviante, non hai colto alcuni aspetti del vivere godereccio e spensierato che ti porteranno al diabete, cioè al disfacimento fisico di un corpo di cui non potevi sentirti fiero. Trent’anni di diabete che ci accumunano, non sono bastati per farti riflettere sulle conseguenze della tua malattia, sulla tua obesità, sulla mancanza di movimento che ti avrebbe presentato un conto salato in termini di minore lucidità, di minore mobilità, di minore socialità che sotto la maschera del comico, doveva essere oramai compromessa da anni e che avrebbe troppo presto limitato la tua vita. Solitamente ciò accade nel silenzio di chi dovrebbe e potrebbe, se ne avesse la consapevolezza, aiutare il malato a cambiare stili di vita, eliminando le cause di un’alimentazione sregolata ed esagerata, segiutando a preferire cibi spazzatura, più dolci, più gustosi, più invitanti, ma più pericolosi per la genesi della tua malattia. Anche con te, coloro che hanno “trattato” la tua malattia, con la farmacologia, hanno perso la battaglia per la vita e seraficamente ti hanno condotto a morire in un’età non avanzata, in cui le gioie della vita non sono più compromesse dalle ansie di gioventù. Vorrei che la tua esperienza finale fosse analizzata, discussa, sviscerata, perchè i giovani medici, possano trarne l’insegnamento utile a loro medesimi, ma soprattutto ai milioni di diabetici che si affidano, senza prevenzione alcuna, ad una sanità che prosegue imperterrita negli errori terapeutici che portano all’epilogo di cui sei vittima. Che beffa il destino! Tu, maestro nel tratteggiare vizi e virtù dell’Italia del “benessere” non hai intravvisto soluzioni al tuo disfacimento fisico, accettando un epilogo ineluttabile al tuo egoistico e disordinato modo di vivere che, e ne sono certo, ti ha lasciato l’amaro delle realizzazioni mancate per tutto ciò che avresti voluto, ma che l tuo personaggio politico non ti consentiva di fare. Eppure, nonostante le apparenze, tu hai lasciato a chi resta un messaggio per chi lo vuole intendere nel chiuso del proprio cuore: Il tormentato dubbio sulla opportunità di un procedere nell’egoistica realizzazione umana, lontani dall’umile fiducia nell’Ente Supremo che, a prescindere dalla nostra maschera, legge nei nostri cuori e ci perdona. Addio Paolo e grazie